Quando cerchiamo rimedi naturali contro l’ansia e lo stress (ma non solo), si sente spesso parlare dei Fiori di Bach (o Floriterapia di Bach). Ma nello specifico cosa sono i Fiori di Bach? E soprattutto come funzionano? Scopriamolo insieme in questo nostro articolo.
Cosa sono i Fiori di Bach
La Floriterapia di Bach è un metodo terapeutico che si avvale di 38 essenze di fiori, soprattutto selvatici, raccolti in zone prive di contaminanti e nel momento di massima fioritura, quando cioè il loro potenziale energetico è al massimo.
A questi si aggiunge un rimedio di “pronto soccorso”, che nasce dalla combinazione di 5 di questi fiori e che può essere usato da chiunque anche in situazioni di emergenza.
Attualmente figurano fra i metodi di cura che nel 1983 l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha riconosciuto e raccomandato.
I fiori di Bach vengono preparati attraverso 2 tecniche estremamente semplici, quella della “solarizzazione” e della “bollitura” in modo da ottenere una cura dolce e naturale, in grado di restituire armonia al corpo e alla psiche del paziente.
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Sembra inverosimile che una semplice essenza così preparata sia in grado di fare tanto, in realtà è proprio così: sono strumenti di guarigione molto potenti, in grado di agire non solo su sintomi fisici, ma anche a livelli più sottili e profondi.
Come funziona la Floriterapia di Bach
È lo stesso dottor Bach a spiegarci nel suo libro “Guarisci te stesso”, come la malattia non sia altro che l’aspetto superficiale di un malessere più radicato: all’origine dei disturbi fisici ci sarebbe infatti una disarmonia fra Anima e Mente e l’unico modo per guarire davvero è focalizzarsi su questo squilibrio e rigenerarsi dall’interno.
L’obiettivo è dunque l’armonia, che non sempre può essere raggiunta ingoiando farmaci: la floriterapia ci spinge ad un percorso introspettivo nel quale i sintomi si eliminano risalendo alle loro cause interne.
Ricercare il fiore o i fiori che ci guariscono significa imparare a guardarsi dentro, a conoscersi più a fondo e a migliorare i rapporti con noi stessi.
Un mal di testa, l’insonnia, una gastrite…possono essere la somatizzazione nel corpo di un “malessere dell’anima”, di un qualcosa che cerchiamo di mettere a tacere ma che invece ci ricorda di essere ben presente attraverso sintomi fisici o psichici, veri e propri campanelli d’allarme.
Accanto al “lavoro di fondo” con i fiori di Bach, possiamo affiancare anche l’uso transpersonale delle essenze, quello che va oltre la personalità di chi lo assume e che analogamente rappresenta un valido aiuto in molte situazioni.
Volendo fare un esempio, possiamo parlare di Centaury, il fiore della sottomissione, della debolezza: ne ha bisogno chi vuole riscattare la propria forza e, in transpersonale, chi vuole porre rimedio alla caduta di capelli.
Non è ancora chiaro il loro intimo meccanismo d’azione, si parla di ipotesi energetica, di ipotesi omeopatica… Certo è che i fiori funzionano e non per autosuggestione: non si spiegherebbero i riscontri positivi con animali, piante, bambini.
Sono rimedi innocui e di facile assunzione; sono sicuri, non interagiscono con altri farmaci, non c’è rischio di sovradosaggio; sbagliare fiore non è pericoloso, al massimo le gocce non produrranno l’effetto desiderato perché non entreranno in risonanza con l’individuo e i suoi stati d’animo.
I 38 fiori, a seconda del sentimento che predomina, sono stati classificati dallo stesso Bach in 7 gruppi:
- rimedi per l’insufficiente interesse verso le circostanze presenti;
- rimedi per la solitudine;
- rimedi per chi è iperinfluenzabile e sensibile;
- rimedi per lo sconforto e lo scoraggiamento;
- rimedi per l’eccessiva cura del benessere degli altri;
- rimedi per la paura;
- rimedi per l’incertezza.
Ovviamente ciascun gruppo copre una vasta gamma di stati mentali ed emotivi: ad esempio per la paura, si può parlare di terrore (Rock rose), di paure vaghe non sempre definibili (Aspen) o di paure note e ben descrivibili (Mimulus).
Questa classificazione è nata dalla osservazione attenta della natura umana da parte del dottor Bach, uomo dotato di grande sensibilità e da come le diverse persone reagivano alla sofferenza di una malattia o sotto stress.
I primi rimedi che egli scoprì sono “i 12 guaritori o rimedi di tipo” e sono in relazione con le caratteristiche della personalità. I “rimedi di aiuto” sono 7 e sono strettamente legati ai guaritori, sono quasi parti di essi.
Gli spiritualizzati sono 19 e rappresentano invece uno stato transitorio della psiche, una o più sfaccettature che il tipologico può attraversare nel corso della vita.
Possiamo chiarire questo concetto, pensando ad esempio al fiore Gorse, caratteristico della sfiducia e della disperazione: non può essere considerato un rimedio di tipo, ma piuttosto una condizione della psiche in quel determinato momento.
Come scegliere i fiori di Bach?
Fare da soli è possibile, ma senz’altro il colloquio con chi li ha studiati e li usa è la via migliore: molto spesso capita di negare a se stessi l’esistenza di alcuni problemi che possono invece risultare evidenti ad un osservatore esterno.
Per quanto tempo assumerli?
I tempi e le modalità di assunzione sono molto personali: alcune persone traggono beneficio nel giro di pochi giorni, per altri è necessario un periodo maggiore.
La cura può considerarsi terminata quando non c’è più il bisogno di continuare: è lo stesso malato che segna la sua autoguarigione, dimenticando di assumere le gocce quotidianamente, in virtù di un ritrovato benessere in termini di serenità, di vitalità e di armonia interiore.